I fantasmi del passato, l’ignoranza del presente

 

All’indomani dell’approvazione della c.d. “legge-Fiano” da parte della Camera c’è da restare annichiliti dal tentativo dei soliti noti di abbattere la storia. Annichiliti e spaventati, poiché sembra che tale tentativo possa anche andare in porto dopo il suo passaggio al Senato.

Queste sono pagine dedicate alla storia. Chi si appresta a leggere le parole che seguono non troverà alcuna sterile invettiva né argomentazioni populistiche, ma solo un tentativo di analisi. Storica, appunto. Inni e proclami li lasciamo ad altri.

Non era mai capitato, dacché mi ricordi, che passasse a un’analisi che dovrebbe essere la più obiettiva possibile un progetto di legge assolutamente antistorico. Una legge che se la prende con tutta una serie di simboli che oggi, a settantadue anni dalla caduta del Fascismo, non solo non dovrebbero spaventare più, ma anzi – a parere di chi scrive – dovrebbero essere usati per un serio studio storico, sociale, di costume. Uno studio che dovrebbe figurare nei programmi scolastici e al quale dovrebbe essere dedicato molto più tempo che non lo scampolo di fine anno scolastico, con la testa degli studenti già proiettata verso le imminenti vacanze.

Politicamente in passato è stato fatto tutto sommato un buon lavoro: i movimenti di estrema destra più oltranzisti sono stati messi in condizione di non nuocere alla società attraverso provvedimenti molto incisivi che di fatto hanno tarpato le ali ai novelli “camerati”, tanto che le loro attuali sporadiche manifestazioni sono solo il ritrovo di pochi e tristi nostalgici, imbesuiti di retorica stantia che probabilmente nemmeno capiscono.

Lo stesso concetto di “destra” è andato in crisi, con la scomparsa dei partiti e dei movimenti che in passato meglio hanno rappresentato l’ideologia fascista.

E allora perché tanta paura? Perché la necessità di una legge che di fatto si rivelerà inutile e addirittura pericolosa? Inutile, poiché esistono già apparati legislativi che si sono dimostrati particolarmente efficaci, in grado di prevenire e reprimere eventuali rigurgiti neofascisti; pericolosa poiché otterrà l’effetto contrario, andando a fomentare proprio quei rigurgiti che vorrebbe in realtà soffocare: non solo i rivenditori di gadget del settore faranno affari d’oro, sfruttando l’insperata “pubblicità” fatta loro dal sig. Fiano, ma anche vedremo il timone della politica sociale virare strettamente a destra, non fosse altro per il fatto che se all’italiano medio dici di non fare una cosa, egli di sicuro la farà!

Tornando a un’analisi storica della vicenda, si parla già di abbattimento di tutta la simbologia fascista. Un tale dettato normativo rappresenta tutta la belluina ignoranza di chi lo ha partorito. Alcuni esempi.

Il Fascio Littorio è un simbolo dell’antica Roma, presente su gran parte dei monumenti non solo capitolini. Di esso ci parlano addirittura Dionigi di Alicarnasso e Tito Livio descrivendolo come un semplice insieme di rami di legno e una scure tenuti insieme da stringhe di cuoio: esso doveva anticipare nelle processioni la figura del re e la sua origine affonda le proprie radici nella civiltà etrusca. Abbattiamo i monumenti? Li mutiliamo?

Il saluto romano era parimenti utilizzato in tutto l’Impero Romano come salutatio militaris, l’equivalente dell’odierno saluto alla visiera obbligatorio in tutti i Corpi militarmente organizzati. Richiama sentimenti di lealtà, onore, fedeltà e amicizia ed è stato perfino recentemente sdoganato dalla stessa Corte di Cassazione: compierlo non costituisce di per sé reato se non è inquadrato in una più ampia diffusione dell’ideologia nazifascista. Buttiamo alle ortiche le pagine di Cicerone, scalpelliamo l’Arco di Tito, l’Arco di Costantino, la Colonna Traiana?

Stessa cosa dicasi per l’Aquila Romana, ripresa in molta iconografia dell’Impero.

Molto più modernamente, vogliamo parlare della Croce Celtica, un antichissimo segno religioso il cui significato di collegamento del mondo terreno con quello solare è ben rappresentato dalla circonferenza suddivisa da due semirette rappresentanti i confini terrestri? Troviamo bozze di questo simbolo addirittura in epoca neolitica, ripreso da altrettanto ampia iconografia mantenutasi costante fino a tutto l’Ottocento. Buttiamo tutto al rogo? Già, in questo il sig. Fiano non sarebbe poi tanto lontano da un suo antitetico predecessore che fece lo stesso nella Bebelplatz di Berlino il 10 maggio del 1933: la conciliazione degli opposti…..

Veniamo adesso a ciò che ci tocca più da vicino: la nostra Polizia Repubblicana e tutta quella parte del Corpo degli Agenti di PS che temporalmente convissero col Ventennio. Bruciamo tutte le Uniformi riportanti i fascetti sul bavero, mettiamo in galera tutti i collezionisti del settore, chiudiamo i musei e oscuriamo i siti che hanno l’ardire di pubblicare foto così compromettenti!

Di più: andiamo a Predappio, esumiamo i poveri resti di un morto e facciamone cenere! Alla sua memoria arrivò a piegarsi come uomo anche un politico di tutt’altro spessore, Alcide De Gasperi, consentendo il recupero delle spoglie decomposte del Duce e la loro restituzione alla famiglia perché lo potesse piangere come si fa con tutti i morti. Ma questo il sig. Fiano probabilmente manco lo sa. L’importante è fare approvare una legge-cancellino che passi sopra la lavagna del nostro passato, arrivando a negare perfino l’esistenza di un periodo storico che, si voglia o no, ci appartiene.

In parole povere, uccidiamo la Storia.

Lo spirito dittatoriale di una simile legge-fantoccio, partorita da una mente instabile e ottenebrata, non è poi così diversa da tutto il simbolismo che si vuole combattere. Urta contro i principi-cardine della nostra Carta Costituzionale, urta contro il comune buon senso, puzza di Cremlino e di Lubjanka, di paltò e colbacchi inamidati appartenenti a un mondo che non esiste più. Un mondo che invece il sig. Fiano e la pletora di ignoranti che ne hanno votato la proposta vorrebbero restaurare.

Se un Paese non conserva la propria memoria storica, quel Paese è destinato a scomparire…. Se vogliamo vederla in un’ottica più ampia, è proprio quello che sta capitando all’Italia.

Per la Redazione Polizianellastoria: Gianmarco Calore

 

7 pensieri su “I fantasmi del passato, l’ignoranza del presente

  1. Concordo su tutto quello che è stato scritto con una precisazione che non mi appare di secondo ordine. Il contenuto dell’unico articolo della legge Fiano così come passata alla Camera, non prevede l’illegalità né della detenzione né della cessione fra privati di materiale oggetto di trattazione per cui paventare il pericolo di dover bruciare uniformi o altro mi sembra del tutto esagerato. Per non parlare poi della distruzione di manufatti risalenti al regime fascista ipotesi del tutta fantasiosa e peraltro irrealizzabile.

    "Mi piace"

    • L’articolo è volutamente provocatorio….ma non troppo!
      Il fatto stesso che in Parlamento si voglia perdere tempo nel discutere una legge assolutamente inutile (proprio perché già ci sono gli strumenti normativi idonei per prevenire derive estremiste) è la prima pietra verso una censura di sapore squisitamente sovietico.

      "Mi piace"

  2. Legge, civiltà e lotta agli autoritarismi (è utile il ddl Fiano e Altri ?)

    C’è un largo e abbastanza confuso dibattito sul ddl di Fiano ed altri (c. 3343) che vuol perseguire penalmente alcune condotte di atteggiamenti politici, commerciali e goliardico-teatrali che richiamano il regime fascista e nazifascista. A riguardo ci sono varie considerazioni: politiche, penalistiche, di dibattito tra cittadini di una democrazia liberale e, più incisivamente, di cittadini di opinione liberali. Ne espongo alcuni tratti e riflessioni.
    1 circa le considerazioni politiche.
    Il giudizio politico e storico-politico sul fascismo in Italia è stato dato dalla marcia su Roma in poi. Questa fece finire equivoci ed illusioni circa la vera natura del fascismo ed avviò la successiva esperienza antifascista: dalla clandestinità di gruppi e persone, alle formazioni partigiane; dalla battaglia contro l’asse autoritario italo-nippo-tedesco, al cln, dal referendum monarchia -repubblica (che stigmatizzò l’esperienza nella suo insieme monarco-fascista) alla Costituzione italiana.
    Un giudizio ed una azione di opposizione civile, politica e armata che videro una grande partecipazione del movimento liberale: sottaciuta, ma fondamentale; basti pensare ai giellisti, ai democratici, al pli, al pri, al pda ed alle tante formazioni che di tale movimento e delle sue varie tendenze furono espressione.
    C’è un giudizio politico chiaro e tombale espresso in sede di Carta costituzionale che, oltre che essere una carta pro-libertate (che quindi esprime una alternatività e non solo una contrarietà ai totalitarismi), esprime un giudizio in quanto esperienza italiana; in quanto tal non può non riguardare il fenomeno italiano del fascismo e del regime monarco-fascista, piuttosto che del nazismo, del franchismo, dello stalinismo.
    Da liberale e quindi da antifascista, non apprezzo molto i discorsi che -sotto mentite spoglie di storia, conciliazione, valore militare dei repubblichini, ecc. intendono accreditare una”normalità”, una “positività” al fascismo. Se vogliamo discutere sui monumenti apriamo un dibattito su belle arti ed architettura, non un dibattito politico; se vogliamo discutere del valore militare di quei ragazzi parliamo nella giusta sede, ma non contrabbandiamo un riconoscimento umano e militare per un accreditamento tra “ugualmente valide” lotte. Ci furono certamente episodi di valore tra i giovani per ideali, per giovanilismo o per belligeranza e tendenza alla uccisione, ma non confondiamo valore militare e validità libertaria. Non discuto delle leggi e degli atti amministrativi positivi e di modernatizzazione (mutuata dalle esperienze di democrazia liberale e di stato sociale che altrove erano già affermati) confondendole con (e dimenticando) le leggi fascistissime, con gli atti liberticidi, i soprusi, le brutalità e gli omicidi politici del regime. il giudizio complessivo è dato dal carattere illiberale e liberticida del fascismo. Questo è l’elemento prevalente ed insuperabile.
    Rimane insuperato il giudizio gobettiano, rimangono insuperati i dolori degli ebrei italiani , rimangono insuperati gli assassini politici di tanti -tra cui liberali- e l’assassinio del progredire italiano verso una liberaldemocrazia, stroncato mentre nasceva. Questo è l’argomento di fondo.
    Sulla leggina attuale mi soffermo poco o nulla, perché non mi pare che nasca dall’antifascismo liberale o da altri filoni antifascisti. Piuttosto da minimalismi e escamotage di una politica attuale che è parecchio una “politichetta”. Perché la vera battaglia è civile, sociale culturale e politica; è dimostrativa che una politica di libertà e di progresso è possibile. Auspico ed opero affinché si ponga in essere una tale Politica. La lotta con approccio solo penalistico, con travisamenti e confusione tra antiautoritarismo ed autoritarismo non mi convince molto.
    2 circa le considerazioni penalistiche.
    Mentre lo stigma alla ricostituzione del partito fascista ha un senso, così come lo hanno le leggi che reprimono e prevengono atti-fatti gravi o pericolosi … le leggi che perseguono idee -pur da respingere,- senza alcuna azione concreta, non mi paiono un grande esempio di antifascismo. Da liberale, e quindi antifascista, sono decisamente perplesso. Ritengo che la proponenda normativa vada ampiamente ridiscussa (modificata od anche eventualmente del tutto cassata) in tale prospettiva.
    Il contrasto degli illeciti in generale è REPRIMIBILE sempre (a fatto avvenuto, con intervento da polizia giudiziaria, per evocare un esempio da manuale ed iper-semplificativo); mentre è PREVENIBILE (prima che avvenga il fatto, con intervento da polizia amministrativa o di sicurezza, per ribadire lo stesso semplice esempio) solo in presenza di determinati elementi e precise caratteristiche. Anticipare troppo il livello preventivo contro gli illeciti potenziali è ad alto rischio ed è tipico della iper-prevenzione securitaria di stati che imboccano percorsi autoritari. Che il contrasto delle idee sia affidato alla dialettica politica, all’impegno culturale ed alla scuola (educazione civica, formazione al pensiero critico ed alla crescita responsabile). Tra il pensare, il dire ed il fare c’è molta distanza. Non perseguiamo le opinioni, bensì l’indottrinamento, il plagio l’arruolamento e le azioni. Non creiamo un terribile remake di Minority Report.
    3 circa le considerazioni nel dibattito tra liberali.
    Un ultimo aspetto che mi lascia perplesso è la divaricazione delle posizioni liberali a riguardo. Un po’ troppo divaricata per cogliere quell’unicum di principi che è sempre presente e che fa da stella polare, seppure nel pluralismo e nella pluralità del pensiero liberale e delle conseguenti politiche.
    Colgo e leggo adesioni abbastanza acritiche e colgo e leggo critiche che rischiano di fare da sponda a chi si appella ai principi liberali per abbatterne il prodotto.
    Leggo ad esempio inviti a fare ugualmente con altre espressioni autoritarie e totalitarie (lo stalinismo, anche se spesso viene usato il termine “esemplificativo” di comunismo). A riguardo si salta totalmente la storia politica italiana e il motivo di nascita in Italia dello stigma antifascista, sia verso il fascismo storico, sia verso le sue riedizioni tra “neo”, “post” e fascismo che in background riappare in chiave gastronomica-affaristica del “magna magna”, dei Meloni, dell’amatriciana delle terre di mezzo.
    C’è un motivo per cui la nostra Carta e le Leggi, nella generale avversione agli autoritarismi, aggiungono un preciso ed esplicito stigma al fascismo.
    Spero che almeno ai cittadini che amano la democrazia liberale, e in particolare ai liberali, sia ben chiaro. Se non lo è …
    Leggo anche di critiche al principio censorio, aspre e radicali, che pure mi affascinano e mi stimolano. Salvo perdere tutto il loro fascino quando dalla radicale negazione del diritto censorio, si passa alla sua accettazione se a quello antifascista viene unito quello antistalinista e antiautoritario in genere. Capisco e condivido anche questa impostazione di alti principi. Non ne capisco lo sprofondare successivo in equilibrismi che, ripeto, danno fiato a chi ritiene invece “non censurabile” il fascismo.
    Credo che un po’ di chiarezza non guasti. Credo che non debba trascurare la impossibilità per un qualsiasi liberale di farsi alleato di “sovranisti” di “comunitaristi identitari leghisti” di “ammiccatori al fascio” e di prestare le proprie bandiere a simili accozzaglie, siano esse portate avanti a fini elettoralistici ovvero a esternalizzazione impudica di un profondo sentire.
    per chi vuol dare uno sguardo allo scarno testo di legge ed alla più rilevante relazione introduttiva del ddl appena approvata alla Camera ed in transito al Senato …
    http://www.camera.it/_dati/leg17/la

    "Mi piace"

    • Anche in questo caso ringrazio l’utente per la sua analisi molto precisa e che mi piacerebbe approfondire.
      Sul tavolo verde rimane però sempre la stessa domanda: a distanza di più di settant’anni, che cosa spaventa ancora così tanto da fare proporre una legge così raffazzonata, intrisa di ignoranza e assolutamente improduttiva?

      "Mi piace"

  3. Le vicende di quel periodo fanno e faranno ancora discutere e pur nell’apprezzamento dei regimi liberali, viene spontanea la domanda nel ragionamento a cuntrariis: ma se il Fascismo è caduto travolto oltretutto dalle sue scelte sbagliate e militarmente sconfitto, tutto il male dovrebbe essere scomparso e noi dovremmo vivere in un quasi paradiso. Cosa c’è quindi ancora da discutere? Come mai quelle vicende checchè se ne voglia negare, dividono ancora sotto sotto profondamente gli italiani? Come mai Predappio nelle fatidiche 3 date 28 Aprile, 29 Luglio e 28 Ottobre si riempie ogni anno di più e per giunta recentemente anche con la “benedizione” di un frate che tuona omelie roventi? Credo quindi che la risposta sia ancora lontana da essere data ma credo fermamente che finchè non sarà data con la redazione di una storia condivisa, per noi come nazione il tempo rimarrà fermo a quell’epoca e non progrediremo di un millimetro. La legge FIANO è una sciocchezza semplicemente perché….inutile. Non apporta alcun contributo a nulla. C’è già una legge SCELBA ed è più che sufficiente nei suoi punti essenziali. Anzi ritengo pericolosa sia la legge che la posizione dell’Onorevole FIANO a cui se da una parte va il massimo rispetto per le dolorosissime vicende familiari in quel tragico periodo, dall’altra parte pare aver usato il Parlamento per sfogare la sua peraltro comprensibile rabbia verso un’ideologia che sostenne una politica razziale ed antisemita e chi oggi simpatizza per quell’ideologia. In questo modo mi pare si dia ulteriormente il destro a quelle frange estremiste e scomposte che così possono gridare alla lobby ebraica romana che condizionerebbe le scelte politiche nazionali………..Mi viene in mente per analogia e credo che in rete si trovi, il “caso” che “esplose” con un’interrogazione parlamentare nel 2000 …della “Guardia d’Onore del Duce”….:-) Quell’anno alcuni aficionados decisero di costituire un’Associazione che copiando l’Istituto per la Guardia alle Reali Tombe del Pantheon, in mantellina e camicia nera avrebbero montato su base volontaria una guarda d’onore alla sua tomba. Ne venne fuori un putiferio e si impose lo scioglimento dell’Associazione che a chiunque la guardasse…….aveva fatto semplicemente sorridere………

    "Mi piace"

    • Molto più “terra-terra”, il non-caso sollevato l’estate passata in una spiaggia PRIVATA di Sottomarina (VE) il cui proprietario era finito al centro di un’indagine (poi archiviata) solo per avere esposto alcuni gadget del “Testone”… In quella spiaggia ci vanno da più di vent’anni magistrati, funzionari di polizia, cittadini di tutte le estrazioni, tutti contenti per l’ordine, il decoro e la disciplina imposta dal regolamento ben visibile all’ingresso. Improvvisamente, il patatrac…. Oggi quella persona potrà campare su una pubblicità del tutto gratuita!!

      "Mi piace"

  4. ……….eh non so….gli strali che gli sono piovuti addosso non so se lo fanno vivere tranquillo….non ho approfondito la vicenda ma sai che quando la magistratura si interessa a qualcuno od a qualcosa sulla spinta di onde emotive politiche o popolari, fa solo danni e fa passare notti insonni a chiunque………ripeto, ho rispetto e mi dispiace per le vicende familiari dell’Onorevole FIANO, certamente terribili ma così mi pare che invece di percorrere la strada di far capire certi errori del passato, si rischi di farle rispolverare e rialimentare!

    "Mi piace"

Lascia un commento